Era il 1944 e la Seconda Guerra Mondiale stava entrando nella sua ultima fase. Gli scricchiolii della Germania nazista erano il preludio alla sconfitta che si sarebbe verificata di lì a poco. I gerarchi di Hitler iniziavano i primi calcoli su come salvare sé stessi e i loro beni.
E il ponte con l’Argentina iniziava a diventare sinonimo di rifugio, tanto che nel dopo guerra a Buenos Aires risiedeva una folta comunità nazista che si calcola fosse formata da 1.400 persone, sostenute da 12mila simpatizzanti e da altri 8mila militanti di diverse organizzazioni locali.
Era il 1944 e la guida dell’Argentina era nella mani del dittatore Edelmiro Farrel e del suo governo filo nazista, le cui decisioni di distruggere un documento e disciogliere la Commissione incaricata di analizzarlo sembravano appartenere alla dicerie e non alla storia.
Documento che però prima di finire al macero venne copiato e finì non si sa come nei sotterranei di una banca. Adesso è venuto alla luce grazie al lavoro dell’investigatore privato Pedro Filippuzzi, che lavorando tra le carte ha trovato il “Congresso della Nazione Argentina”: una lista in cui era riportata la rete di 12mila nazisti che tra il 1941 e il 1943, prima della caduta del Terzo Reich, avevano preso il largo e si erano rifugiati in Argentina. All’interno sono indicati i nomi e le somme di denaro che i nazisti sottrassero agli ebrei.
Shimon Samuels, direttore delle Relazioni internazionali del Centro Simon Wiesenthal, ha osservato:
“Questi conti includevano diverse imprese tedesche come la IG Farben, fornitore del gas Zyklon-B, utilizzato nelle camere di sterminio, e organismi finanziari come il Banco Tedesco Transatlantico e il Banco Tedesco dell’America del Sud. Banche che, apparentemente, servirono per realizzare delle transazioni naziste in Svizzera”.
Ariel Gelblung, direttore per l’America Latina del Wiesenthal, ha precisato:
“Non tutti i 12mila indicati nel documento erano persone che usarono la triangolazione per portare via il denaro rubato dai nazisti. Ma all’interno della lista c’è sicuramente chi la utilizzò”.
Dove per triangolazione leggasi Germania-Argentina-Svizzera, rispettivamente paese da cui partirono i soldi, paese in cui arrivarono e paese in cui in parte rientrarono. La banca elvetica nella quale il denaro tornò in Europa è la Schweizerische Kreditanstalt, oggi diventato Credit Suisse, a cui il Centro Simon Wiesenthal si è rivolto per reclamare la restituzione dei beni trafugati agli ebrei.
Ebrei disumanizzati, barbaramente uccisi e i loro soldi finiti a impinguare le casse dei loro carnefici e delle banche compiacenti di un paese che è riuscito a far credere alla propria neutralità durante la guerra.
Anche questa è stata la Shoah.