Antisemitismo in Friuli, dove in pochi giorni si sono verificati tre episodi che hanno destato molto preoccupazione.
Alla fine di gennaio, una lettera con su scritto “Dopo 75 anni… L’ebreo è sempre ebreo…” era stata recapitata a quattro consiglieri di minoranza del comune di San Daniele del Friuli: l’ex sindaco Paolo Menis, Carlo Toppazzini (lista Civica 18 San Daniele), Romano Ovan (lista San Daniele Bene Comune) e Consuelo Zanini (di Innovare San Daniele).
A quello che sembrava un caso isolato ne ha fatto seguito un altro a dir poco allarmante. Pochi giorno dopo (venerdì scorso), sempre a San Daniele del Friuli, una svastica è stata ritrovata sull’abitazione in cui visse Arianna Szörény, deportata assieme alla sua famiglia ad Auschwitz nel giugno 1944.
Il giorno seguente sempre in Friuli, questa a Udine, ignoti hanno sputato sulla vetrina della Gaspari, una libreria che esponeva volumi che raccontato la Shoah. A render noto l’ennesimo fatto antisemita nella regione è stato l’editore Marco Gaspari.
Quanto accaduto in Friuli è stato preceduto da altri tre episodi antisemiti verificatosi in Piemonte a cavallo della Giornata della Memoria e uno in Emilia-Romagna: due a Torino, uno a Mondovì e un altro a Bologna, dove scritte antiebraiche sono state ritrovate sulla abitazione dei deportati e dei loro figli.
Tutti questi casi di antisemitismo stanno indagando le forze dell’ordine. Al momento non ci sono sospettati o almeno non è stata rilasciata alcuna comunicazione ufficiale in merito.
La sequenza di questi fatti è allarmante. E come se qualcuno avesse tolto il tappo dell’antisemitismo e tutto l’odio contro gli ebrei si fosse sparso in Italia.
Le autorità locali, meno quelle nazionali, hanno condannato quanto sta succedendo, ma nessuno riesce a fermare questa fuoriuscita antisemita.
Quanto bisognerà ancora aspettare prima che si riesca a fare qualcosa? Quante altre volte la Shoah e gli ebrei devono diventare bersaglio di attacchi?