Un nuovo episodio di antisemitismo si è verificato a Torino, dove scritte e simboli nazisti sono comparsi sulla casa della figlia di un partigiano. È il secondo caso in pochi giorni in città e il terzo nella regione Piemonte.
Questa volta a esser colpito è stato il quartiere Vanchiglia, dove una donna ha trovato due bigliettini con frasi ingiuriose in tedesco (“Sieg Heil”), una svastica e una croce uncinata.
Donna, appartenente all’Anpi locale, che ha sporto denuncia alla Digos della questura di Torino che sta indagando sull’accaduto e sui possibili responsabili, che secondo le prime informazioni dovrebbero conoscere la vita e la storia personale della loro vittima.
La presidente dell’Anpi provinciale di Torino, Maria Grazia Sestero, ha così commentato l’ennesimo episodio antisemita:
“Ancora minacce e squadrismo. Il moltiplicarsi di aggressioni e minacce a cittadini antifascisti, presso le loro abitazioni, sta raggiungendo livelli socialmente intollerabili. Mentre aumentano quanti si riconoscono in Mussolini e nelle sue criminali politiche di oppressione e persecuzione degli oppositori politici, degli ebrei e di ogni persona ritenuta “diversa”, in questi giorni dobbiamo purtroppo denunciare un’altra vile minacciai a una donna, iscritta alla nostra associazione, figlia di un partigiano. Un biglietto recante slogan nazisti è stato trovato sul suo campanello del citofono di casa. La vittima ha prontamente denunciato l’accaduto; chiediamo alle autorità competenti di individuare gli autori dell’aggressione perché si interrompa questa catena di violenze”.
Come detto questo episodio antisemita è il secondo che si verifica in poco tempo a Torino e il terzo in Piemonte. Pochi giorni fa nella precollina di Torino, la scritta “crepa sporca ebrea” è apparsa sul muro del pianerottolo di casa di Maria Bigliani, figlia di Ines Ghiron, ebrea e staffetta partigiana con il Partito d’Azione.
Pochi giorni prima, a Mondovì, in provincia di Cuneo, la scritta “Jude hier” – “Qui c’è un ebreo” con la stella di David è stata scritta sulla porta dell’abitazione del figlio di Lidia Beccaria Rolfi, tornata dal campo di concentramento di Ravensbruck.
Un caso o la geografia di quanto accaduto ha una motivazione? Al riguardo Maria Grazia Sestero ha sottolineato di aver denunciato più volte “la presenza a Torino” di “forze neofasciste e neonaziste”:
“Troppa indifferenza si è instillata nell’opinione pubblica, troppo spesso riconoscendo libertà di espressione a chi evoca crimini del passato e introduce nella nostra democrazia germi di violenza che credevamo espulsi con la Liberazione dalla dittatura fascista”.
Torino è stata Medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. Oggi è divenuta bersaglio di chi ha dato la vita e ha combattuto per la liberazione dell’Italia…