Nessuno può meritarsi una strage, ma quella di Charlie Hebdo non è orfana

Alex Zarfati
Alex ZarfatiConsulente media, PR e digital sull'asse Roma-Tel Aviv. Presidente di Progetto Dreyfus.
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Nessuno può meritarsi una strage, ma quella di Charlie Hebdo non è orfana

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Alex Zarfati
Alex ZarfatiConsulente media, PR e digital sull'asse Roma-Tel Aviv. Presidente di Progetto Dreyfus.

Place de la Republique Charlie Hebdo attentato parigi Nessuno può ragionevolmente pensare di “meritarsi” un eccidio, sarebbe follia solo pensarlo. I morti sono morti, e a loro deve andare la nostra pietà e il nostro pieno cordoglio. Ma certe stragi hanno nome e cognome. La Francia che ha sottovalutato l’allarme terrorismo, la Francia che ha ignorato i suoi figli ebrei morti ammazzati esattamente come quelli di ieri, la Francia che non crede che Hamas ed Hezbollah siano entità terroriste, la Francia che riconosce lo stato Palestinese senza chiedere garanzie in cambio, la Francia alla quale ogni tanto “scappano” pericolosi clandestini in odore di jihad, la Francia ha che ha abbassato la testa di fronte alla strafottenza di coloro che hanno da tempo costruito uno stato nello stato bruciando barriere e violentando la Repubblica ha fatto tanto per favorire – non meritare – momenti come quelli di ieri. I jihadisti franco-algerini Said e Cherif Kouachi, sono i fratelli killer dietro l’ attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Non dovrebbe essere un tabù parlare di fondamentalismo, eppure c’è qualcuno che quando si apre l’argomento parla di “strumentalizzazione” della tragedia. Non tutti i musulmani sono fondamentalisti e non tutti sono terroristi, questo dev’essere chiaro e ovvio, così come non lo sono cristiani, laici ed ebrei. Ma chi pone credibili minacce attentando alla vita degli altri dev’essere spazzato via senza tanti complimenti.

Ridere di Maometto, del Papa, di Cristo in croce, di Mosè, dei rabbini e degli Imam è l’atto più irriverente e al tempo stesso il più giusto e il più efficace che si conosca. Ecco perché il fondamentalismo vorrebbe distruggerlo, insieme alla libertà di farsi beffe del potere politico e religioso. Auguriamoci che la Francia in lutto, questa volta davvero traumatizzata, sappia correre ai ripari quanto prima scansando falso buonismo ed interessi economici, energetici e velleità da grandeur ai danni della povera gente come il povero poliziotto, freddato come fossimo in Afghanistan. A vantaggio poi della feccia razzista e del Fronte National dei Le Pen.

Ho ancora nelle orecchie le parole di condanna francesi in ogni atto intrapreso da Israele per garantire la sua sicurezza contro il terrorismo. L’indignazione della Francia contro la barriera difensiva israeliana, eretta proprio a difesa dal terrorismo fondamentalista. La chiamavano “la barriera di separazione”, “il muro dell’apartheid”, una barriera inumana. Dicevano che era un crimine di guerra. Beh, quella barriera fermava e ferma il terrorismo islamico. Non ne avreste voluta una ieri, intorno alla redazione di Charlie Hebdo?

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