Leggi razziali, Erich Kleiber: il musicista che disse no alla Scala di Milano

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Leggi razziali, Erich Kleiber: il musicista che disse no alla Scala di Milano

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C’è chi disse no alle leggi razziali e non si piegò davanti alle lusinghe del successo. Come il grande direttore d’orchestra Erich Kleiber, che rifiutò la proposta del Teatro la Scala di Milano, rinunciando alla direzione del Fidelio di Ludwig van Beethoven.

Era il 1938, anno in cui le leggi razziali colpirono gli ebrei italiani. Anno in cui sul Corriere della Sera, il Teatro la Scala annunciava la revoca degli abbonamenti annuali ai sottoscrittori “appartenenti alla razza ebraica”.

Pubblico, compositori, cantanti e orchestrali di religione ebraica era banditi dal prestigioso teatro italiano.

Un allineamento al regime fascista, che Erich Kleiber non poteva accettare e per questo scrisse una lettera al Teatro la Scala:

“Apprendo in questo momento che il Teatro della Scala ha chiuso le sue porte ai vostri compatrioti israeliti. La musica è fatta per tutti, come il sole e l’aria. Là dove si nega a degli esseri umani questa fonte di consolazione così necessaria in questi tempi duri e questo soltanto perché essi appartengono a un’altra stirpe o a un’altra religione io non posso collaborare né come cristiano né come artista”.

Erich Kleiber, nato a Vienna nel 1890, non era ebreo e quindi non prese questa decisione per sostenere il suo popolo.

Era cattolico e non amava le ingiustizie. Morì in Svizzera nel 1956.

Nell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziali – nel 2018 – la Scala decise di dedicare la prima di Fidelio a lui e a Vittore Veneziani.

In quell’occasione la senatrice a vita Liliana Segre disse:

“Mi fa molto effetto vedere abbinato il Fidelio a Veneziani e all’eroico Kleiber. E vorrei dire che so cosa significa trovare una porta chiusa. trovare la porta chiusa della scala, della scuole, degli stati, sono cose importanti, sono cose indimenticabili, e quando il nostro caro presidente Mattarella mi ha nominato senatrice a vita e mi ha chiesto ‘signora cosa pensa in questo momento?’, ho risposto che sono molto vecchia, ho 87 anni, ma sono sempre quella bambina che ha trovato la porta chiusa della sua scuola per la sola colpa essere nata”.

Una storia di coraggio e umanità che in quegli anni dimostrarono in pochi.

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