Continua la campagna denigratoria dell’Onu nei confronti di Israele. Ultima in ordine di tempo quella legata alla condizioni delle donne palestinesi.
Una risoluzione della Nazioni Unite, infatti, hanno condannato lo Stato ebraico, additato di essere “il principale ostacolo” per il miglioramento della vita delle donne palestinesi:
“Per quanto riguarda il loro progresso, l’autosufficienza, e l’integrazione nello sviluppo della loro società”.
Risoluzione che ha visto 40 voti favorevoli, 2 contrari e 9 astensioni. Fra i paesi che hanno votato contro Israele – oltre alle “abituali” Arabia Saudita, Iran, Russia, Cina e Venezuela – ci sono sei paesi dell’Unione Europea: Paesi Bassi, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Francia e Norvegia secondo cui:
“L’occupazione israeliana rimane un grave ostacolo per le donne e le ragazze palestinesi per quanto riguarda per l’adempimento dei loro diritti”.
In favore dello Stato d’Israele sono Usa e Canada, mentre Gran Bretagna, Germania, Brasile, Romania, Messico e Ucraina si sono astenuti.
L’Italia non ha votato perché attualmente non fa parte del Consiglio.
A sorprendere è che la risoluzione abbia ignorato le attività discriminatorie esercitate delle autorità governative palestinesi – Anp e Hamas – e l’estremo controllo tipico della società patriarcale palestinese nei confronti delle donne.
Ecco nel dettaglio la votazione che ha condannato Israele per violazione dei diritti delle donne.
Contro Israele: Iran, Arabia Saudita, Sudan, Turchia, Russia, Cina, Venezuela, Francia, Paesi Bassi, Marocco, Andorra, Angola, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Benin, Cambogia, Colombia, Danimarca, Ecuador, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ghana, India, Irlanda, Giappone, Kenya, Lussemburgo, Mali, Malta, Norvegia, Pakistan, Paraguay, Filippine, Corea del Sud, San Vincenzo, Turkmenistan, Uruguay e Yemen.
In favore di Israele: Usa e Canada.
Astenuti: Gran Bretagna, Germania, Brasile, Camerun, Togo, Giamaica, Messico, Romania e Ucraina.