L’Anp è stata condannata dal Tribunale distrettuale di Gerusalemme per gli attentati relativi alla Seconda Intifada, commessi tra la fine degli Anni 90 e gli Anni 2000.
L’Autorità nazionale palestinese dovrà risarcire per 17 attentati perpetrati da Hamas, Olp e Jihad Islamica, che causarono la morte di 34 israeliani e il ferimento di 7.
Le 17 petizioni, consolidate in un unico caso, sono state presentate dall’organizzazione Shurat HaDin (Israel Law Center) a nome delle vittime degli attacchi e/o delle loro famiglie, che verranno risarcite, a vario titolo, per una somma complessiva pari a 280 milioni di dollari.
È una sentenza storica, perché finora le corti israeliane avevano condannato l’Anp solo per gli attentati commessi dai suoi militanti.
Nella sentenza è scritto che l’Anp (assieme all’Olp) glorifica in pubblicazioni e manifestazioni ufficiali gli attentatori, a cui vengono anche intitolate strade e piazze.
La Corte, inoltre, ha sottolineato che l’Autorità nazionale palestinese ha incoraggiato e talvolta anche inviato i terroristi a uccidere civili israeliani, indicandole responsabilità delle autorità palestinesi anche per:
“La dichiarata politica dell’Olp e dell’Autorità Palestinese guidate da Yasser Arafat di effettuare attacchi terroristici contro Israele”.
Il giudice Moshe Drori, vicepresidente della Corte distrettuale di Gerusalemme, ha scritto:
“L’Olp, l’Autorità Palestinese, Yasser Arafat, Abu Mazen e altri personaggi importanti come Marwan Barghouti miravano tutti a uccidere ebrei e israeliani e a colpire lo stato di Israele”.
Nella sentenza sono citati, fra gli altri:
- la sparatoria del 1996 alla Tomba di Giuseppe a Nablus;
- il linciaggio dell’ottobre 2000 di due riservisti israeliani nella stazione della polizia palestinese di Ramallah;
- l’attentato suicida del dicembre 2001 sulla via pedonale Ben Yehuda a Gerusalemme;
- l’attacco del marzo 2002 nell’abitazione della famiglia Gavish a Elon Moreh.
Una storica sentenza che dovrebbe aprire i notiziari televisivi e le prime pagine dei giornali. E invece finirà sotto silenzio come spesso accade in relazione agli attentati commessi dal terrorismo palestinese.