Decenni di segreti. Nessuno dei protagonisti voleva parlare della missione. Poi un giorno agenti e reduci del servizio segreto israeliano svelano i dettagli di un’operazione rinominata “Opera” o “Babilonia”.
Grazie a una spia vicino a Saddam Hussein, allora presidente dell’Iraq, Israele distrugge il reattore nucleare del rais, che per lo Stato ebraico sarebbe stato sinonimo di morte e distruzione.
Era il 7 giugno 1981. Manca un anno alla Guerra del Libano. Nell’agosto dell’anno precedente l’Italia è stata sconvolta dalla strage alla stazione di Bologna e prima da quella di Ustica, in cui nel corso degli anni verrà tirato in ballo un coinvolgimento della Libia di Gheddafi, nemico dichiarato di Israele.
Israele che in quel momento è guidato da Menachem Begin, per cui colpire il reattore nucleare iracheno ha la precedenza su qualsiasi altra azione di intelligence: “fosse l’ultima cosa che faccio da premier”.
La missione è tutt’altro che semplice. Nel 1981 Israele non ha aerei che possano reggere la rotta di 3000 km per portare a termine la missione, resa ancora più complicata per il pericoloso ritorno in patria degli aerei, comandati dal pilota Ilan Ramon.
Partono i caccia, cui vengono aggiunti altri serbatoi. I piloti sorvolano il deserto della Giordania fingendo di essere veicoli sauditi fuori rotta. Ad accorgersi dell’escamotage è Re Hussein, che però dalla sua barca di lusso non riesce ad avvertire per tempo il suo amico Saddam.
Il reattore viene distrutto. La prima parte dell’operazione è andata a buon fine. Ora occorre tornare a casa sani e salvi. Il compito più arduo è dato a Ilan Ramon, cui viene affidata la posizione di coda, la peggiore: tutto va per il verso giusto.
Un eroe nazionale che nel 2003 perderà la sua seconda partita contro la fortuna: esplode in volo nella tragica missione dello Shuttle Columbia che avrebbe dovuto farlo diventare il primo israeliano ad andare nello spazio.
La pubblicistica sulla missione in Iraq vuole che i militari dell’antiaerea di Saddam fossero andati a mangiare e avessero spento i radar.
Il reattore non fu mai ricostruito. Oggi come allora Israele vive con la consapevolezza che i paesi arabi vogliono la sua distruzione.