34, 14.500, 24, 1991. Numeri asettici, che prendono forma e contenuto se li arricchiamo di particolari fondamentali.
34 aerei portano in salvo 14.500 persone il 24 maggio 1991.
Sono i numeri dell’“Operazione Salomone” entrata nella storia di Israele e degli ebrei etiopi.
Siamo nel 1991, nel pieno della disgregazione dell’Unione Sovietica, che assieme agli Usa si era spartita l’Europa e parte del mondo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Tutto cambiò con la caduta del muro di Berlino. Era il 9 novembre 1989, le certezze del prima diventarono le incertezze del dopo, così come le sicurezze che ben presto lasciarono spazio alle insicurezze.
La dissoluzione dell’URSS sconquassò il sistema di forze internazionali e con esso la politica, l’economia e la finanzia, nonché il sistema politico di numerosi stati che persero la protezione della superpotenza e videro incrinato il proprio status quo.
Molti governi entrano in crisi, fra cui quello dell’Etiopia, che dal 1974 era guidato da un esecutivo militare di ispirazione comunista. E in un paese dove bruscamente cambia la situazione, la storia ci insegna che a farne le spese sono spesso gli ebrei.
Lo sapeva benissimo Israele che decise di creare un ponte aereo con il paese africano per portare in salvo gli ebrei etiopici. Era il 24 maggio 1991, quel giorno dallo Stato ebraico partirono 34 aerei, militari e civili, alla volta dell’Etiopia che portarono al salvataggio di 14.500 ebrei in poco più di un giorno e mezzo.
All’inizio il governo di Gerusalemme cercò di organizzare la vasta operazione di salvataggio con le autorità etiopi. Il colonnello Mènghistu Hailè Mariàm, che guidava il paese, dopo un iniziale consenso, frutto di una lauta ricompensa, rimandò più volte il rilascio dei permessi.
Nel maggio 1991, Mènghistu scappò dell’Etiopia e Israele di decise di accelerare l’operazione per paura di possibili ritorsioni nei confronti degli ebrei locali.
Per portare in salvo più persone possibili in poco tempo, gli aerei di linea vennero completamente svuotati di sedili e paratie e i passeggeri invitati a partire senza bagagli.
Questa è l’ “Operazione Salomone”. Questa è Israele, che non abbandona mai i suoi figli.