Il neonazismo ha trovato casa anche in Svizzera. Nel paese elvetico, infatti, un nucleo di quattro persone residenti nei cantoni di Berna e Basilea Città, avrebbe pianificato atti di violenza nei confronti di ebrei, islamici e neri.
A rivelarlo è stato il SonntagsBlick, che ha affermato di essersi infiltrato in questo gruppo, la cui decisione di compiere aggressioni e violenze è stata presa nei giorni seguenti all’attacco alle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda.
Sempre secondo il giornale svizzero della domenica in lingua tedesca, a guidare il gruppo ci sarebbero quattro persone: tre uomini e una donna, di età compresa tra i 35 e i 46 anni.
Quattro persone che hanno dato via a un gruppo di meno di 30 persone che prima comunicavano tramite Facebook e poi tramite altri canali crittografati in cui tutti si erano espressi per seminare il terrore in Svizzera e uccidere ebrei, musulmani e neri.
Tra frasi come “li stermineremo tutti” a “puliremo la città” grazie alla “pulizia etnica” gli adepti cercavano di cementare un’unione che deve far preoccupare.
Al momento non è stato chiarito, se le autorità svizzere conoscessero il gruppo prima della denuncia del giornale.
Anche questa vicenda deve far suonare il campanello dall’allarme. Il continuo aumentare di gruppo neonazisti non deve lasciare indifferenti. Ormai in diversi paesi d’Europa (e non solo) i rigurgiti nazisti hanno trovato linfa vitale.
A volte sono anche appoggiati da imminenti politici che danno loro spazio e visibilità.