I tre carabinieri italiani rifugiatisi nella sede dell’Onu della Striscia di Gaza sono rientrati in Israele. Dopo le tensioni di ieri, la situazione si è sbloccata nelle ultime ore. I militari sono tornati così nello Stato ebraico passando dal valico di Erez.
Cerchiamo di ricapitolare quanto accaduto.
I carabinieri italiani non si sono fermati a un posto di blocco a Gaza e sono riusciti a rifugiarsi nella sede Onu di Gaza City nonostante i colpi di arma da fuoco sparati verso di loro dai miliziani di Hamas.
Hamas che ha circondato la sede delle Nazioni Unite perché convinto che i tre fossero uomini di qualche unità speciale israeliana. Un’idea errata che è stata spiegata durante la notte dal console a Gerusalemme Fabio Sokolowicz, che dopo ore di spiegazioni e mediazioni con i miliziani è riuscito a venire a capo di una situazione molto complicata.
La trattativa ha subito un’accelerata dopo l’ingresso di “una squadra di investigatori palestinesi all’interno della struttura delle Nazioni unite e hanno potuto fare indagini su tre italiani e sulle armi in loro possesso”.
Secondo fonti di sicurezza palestinesi le Nazioni Unite avrebbe garantito che “i tre sono diplomatici stranieri con nazionalità italiana e sono entrati a Gaza in missione ufficiale”.
In questa vicenda più di qualcosa non torna e porta con sé una serie di domande.
Come è possibile che tre carabinieri siano stati in missione ufficiale a Gaza senza che Hamas ne sapesse nulla?
Quale trattative segrete e non hanno permesso la risoluzione in breve tempo di una vicenda spinosa?
Più cose non tornano, cosa sarà successo davvero?