L’utilità della Giornata della Memoria, che ricorre domenica prossima, è discussa da molti. E’ troppo generico il suo tema, troppo ambiguo, troppo pietistico. Staccare il ricordo della Shoah dal suo sfondo antigiudaico prima cristiano e poi anche laico progressista, legarlo solo al genocidio e non alla demonizzazione e alla ghettizzazione degli ebrei da cui esso è nato, si presta a quelle letture che fanno del male assoluto una “banalità” (secondo l’oscena proposta di Hannah Arendt), un atto di follia di un capo indemoniato o infine un gesto derivante solo dalla barbarie nazifascita, assolvendo i suoi antagonisti politici. Infine nella Giornata della Memoria gli ebrei sono ricordati solo come vittime, mentre nel ricordo di Israele (che si svolge in una data fra il ricordo della liberazione dall’Egitto, cioè la festività di Pesach e la data che ricorda la fondazione dello stato di Israele), è messa in rilievo anche l’eroismo di coloro che riuscirono a resistere, per esempio nella rivolta del Ghetto di Varsavia. Altri invece dicono che è meglio un ricordo parziale ma pubblico, un gesto solenne della comunità internazionale (che però si celebra soprattutto in Italia) piuttosto del silenzio.
Non voglio trarre qui una conclusione netta, ma penso sia opportuno diffondere notizia di tre episodi molto anomali che renderanno ancora più dubbia questa giornata della Memoria. Il primo si svolgerà a una ventina di chilometri da Roma, nella cittadina di Aprilia, martedì 29 gennaio alle ore 17 nell’aula magna della scuola “Toscanini” in Via Amburgo 5 (scrivo questi dati nella speranza che qualcuno abbia voglia di assistervi). La celebrazione sarà tenuta, oltre che dall’assessore alla cultura del comune, da Alessandro Portelli, ex professore di Letteratura angloamericana alla Sapienza, da Mario Lai “della comunità di San Egidio” e infine Salameh Ashour, “presidente della Comunità Palestinese del Lazio” (per capire come la pensa consiglio questo suo discorso, un po’ vecchio ma sempre attuale) . Va citato anche l’ente organizzatore, una sezione dell’Anpi che è dedicata addirittura a Vittorio Arrigoni, il fanatico estremista antisraeliano che fu ammazzato a Gaza dai suoi amici islamisti, a quanto pare perché il suo stile di vita era, diciamo così, troppo disinvolto e fuori dalle regole musulmane. L’Anpi è ormai chiaramente un ente inutile, non più composto da partigiani ma da estremisti così irragionevoli da far male anche alle forze politiche di sinistra (ricordiamoci il loro no al referendum perduto da Renzi che fu la premessa per la sconfitta del Pd alle politiche). Ma chi avrebbe potuto immaginare che gente che abusa del nome di partigiani arrivasse a sostituire i palestinesi agli ebrei, usando subdolamente i classici argomenti degli antisemiti d’oggi, per cui sono i palestinesi a subire “violenze inaccettabili”mentre Israele è colpevole di “degrado umano e deriva di potenza”?
Il secondo caso è per certi versi analogo, nel senso che usa la giornata della Memoria per nascondere il genocidio ebraico e sostituirlo con qualcosa d’altro, che in questo caso sono… gli indiani d’America. Siamo a Lugano, protagonista questa volta l’”Associazione Ticinese degli Insegnanti di Storia”… idea bizzarra che è difficile commentare seriamente. Forse hanno visto troppi film western. Meglio – o peggio – pensare che gli insegnanti ticinesi di storia siano alla ricerca di alibi per quel che è successo alla frontiera della confederazione intorno a ottant’anni fa.
Il terzo caso è per certi versi il più grave, perché abolisce non solo gli ebrei, ma anche la stessa Giornata e lo fa in una grande città che ha avuto il merito di ribellarsi ai nazisti. Qui, come scrivono la presidente della comunità ebraica di Napoli Lydia Shapirer e quella dell’Ucei, Noemi di Segni:
“siamo venute a sapere con sconcerto che il prossimo 29 gennaio, nella sede solenne del Maschio Angioino, è prevista una conferenza dal titolo ‘La tragedia palestinese nella crisi del diritto internazionale’ durante la quale sarà illustrato l’ordine del giorno del Consiglio comunale di Napoli per l’embargo militare a Israele. Un evento che è promosso tra gli altri dal Movimento BDS, rete internazionale che sostiene il boicottaggio dello Stato ebraico e le cui posizioni sono molto spesso caratterizzate da un aperto e viscerale antisemitismo.”
Nessuna meraviglia che fra i sostenitori figuri il sindaco di Napoli De Magistris, che non perde mai occasione di mostrare il suo livore per Israele.
Vale la pena di fare manifestazioni che ricordano gli ebrei morti durante la Shoah se poi vengono fuori questi orrori? O forse se non ci fosse la Giornata della Memoria, l’odio per lo stato ebraico sarebbe più facile, perché non dovrebbe neanche superare l’ostacolo di una solidarietà con gli ebrei, per quanto retoricamente proclamata? Difficile dire. Una cosa è certa, non bisogna smettere di denunciare la contraddizione e la falsità di coloro che dicono di celebrare gli ebrei uccisi nel passato alleandosi con quelli che vogliono ammazzarli ora.