Arif vive a Sydney, si occupa di social media, si descrive come filantropo ed imprenditore. Ha più di 15.000 seguaci su Twitter. Sulla copertina della sua pagina trovi scritto in inglese “io condanno l’attacco di Peshawar”, riferendosi all’attacco perpetrato dai talebani in una scuola pachistana dove morirono 145 persone gran parte delle quali bambini. Il 16 dicembre scorso, lo stesso giorno dell’attentato, twitta: “Chiedi della madre che ha messo questa scarpa al piede della sua piccola questa mattina #PeshawarAttack.
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Ma una corrispondente della BBC, Rana Jawad, con all’attivo 15.700 seguaci, il 16 dicembre condivide il tweet di chi affermava che quella scarpetta non appartenesse ad una vittima del massacro di Peshawar ma ad una bimba palestinese morta durante un bombardamento israeliano a Gaza la scorsa estate.
Tesi suffragata anche da un inviato di France24, Julien Pain – 6.000 seguaci.
Secondo i due giornalisti, la fonte dell’informazione corretta è Harald Doornbos, reporter inviato nelle zone calde della terra, Medio Oriente, Pakistan, Ucraina con una credibilità quantificata in 40.500 seguaci.
Come si fa quindi a dubitare di questo Signore di Twitter, a qualsiasi cosa scriva con tanto di foto o video allegati? Il fortunato che lo segue deve solo essere rapido a condividerne i pensieri o magari partecipare alle sue conversazioni perché fa cool interagire con un personaggio del genere.
Quindi il 16 dicembre Doornbos twitta: “questa foto che gira nei social non è da Peshawar ma da Gaza quest’estate” .
In realtà la foto fu scattata nel 2008 da Edi Israel a seguito di un attacco missilistico palestinese che colpì un supermercato ad Ashkelon nel quale rimasero ferite diverse persone tra cui la piccola proprietaria di questa scarpetta che fortunatamente non rimase uccisa a seguito del bombardamento.
Una volta saputa la verità, i due reporter correggono i loro tweet, mentre Doornbos non ammettendo l’errore ha preferito cancellare il post. Più tardi poi minimizzerà il suo errore solo nel suo blog.
Invece Arif evidentemente preso dai suoi affari, ha mantenuto intatto il suo post senza operare alcuna variazione, d’altronde meglio cavalcare una notizia con una foto shock che raccontare la verità, no?