Matteo Salvini ha fatto visita in Israele, questa volta nelle vesti di Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana. In passato il politico italiano aveva visitato lo Stato ebraico in qualità di leader della Lega.
Un ruolo diverso, per una responsabilità diversa, che ha scatenato numerose polemiche all’interno del Movimento a 5 Stelle, suo alleato di governo.
Ma andiamo con ordine. Matteo Salvini è atterrato a Tel Aviv ed è subito salito su un elicottero che l’ha portato nel nord del paese per vedere con i propri occhi i tunnel scavati dagli Hezbollah sotto il territorio israeliano.
Il ministro dell’Interno non ha usato mezzi termini nei confronti dell’organizzazione terroristica libanese nata nel 1982:
“A casa mia i terroristi si chiamano terroristi. Se scavano decine di tunnel che sconfinano nel territorio israeliano, non credo che lo facciano per andare a fare la spesa. Chi vuole la pace deve sostenere il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele, baluardo della democrazia in questa regione”.
Dichiarazioni che hanno fatto strabuzzare gli occhi al Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che si è detta “preoccupata e imbarazzata” per la possibile reazione che potrebbero avere gli Hezbollah contro i militari italiani, che da anni sono in prima fila nella missione Unifil nell’area: missione che oggi è sotto la guida italiana per la quarta volta.
A queste parole si sono aggiunte quelle di Luigi di Maio, anch’egli Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana:
“L’Unifil è una delle missioni di pace più importanti nel mondo e per noi del M5s un modello super partes. Quello che si doveva dire lo ha detto il ministero della Difesa, io mando un grande abbraccio ai nostri militari e gli dico di tenere duro e andare avanti”.
Matteo Salvini ha continuato la sua visita in Israele, incontrando il premier Benjamin Netanyahu al King David di Gerusalemme e visitando il Kotel (Muro del Pianto) per un “momento di raccoglimento”.
Il ministro dell’Interno ha lanciato un messaggio anche all’Ue, che è sempre poco equilibrata nei confronti di Israele, sanzionandolo “ogni quarto d’ora” e sostenendo di essere tra i capofila per combattere il terrorismo islamico: “Aspettiamo che anche Onu ed Unione Europea facciano la loro parte”.