A Milano un piccolo gruppo ha manifestato contro Israele. Quella che ormai sta diventando una stancante kermesse è andata in scena grazie alla regia delle varie anime pro Palestina che hanno puntato il dito contro “i crimini sionisti”.
E già qui un primo indizio che a queste persone interessa del popolo palestinese, così come all’Anp e ad Hamas, solo in funzione antiebraica. Quel termine sionista è una spia che ruba l’occhio. Se lo slogan fosse stato contro crimini israeliani, anche se non corrispondente alla realtà, avremmo potuto sforzarci di dare una piccola e precisa comprensione per chi non la pensa come noi.
Quel termine, però, che rimanda al movimento di fine ‘800 che propugnava l’autodeterminazione del popolo ebraico e la nascita di Israele, svela il vero problema: non voler riconoscere lo Stato ebraico. Alcuni cori, infatti, sono stati rivolti alla conquista intera della Palestina, ivi compresa Israele.
A poco sono servite le giustificazioni di rito che vogliono la protesta contro Israele e non contro gli ebrei. Uno dei promotori ha sciorinato la sua narrativa obsoleta contro Israele, etichettato come “stato terrorista” e “regime di apartheid”:
“Invito a boicottare ogni iniziativa, sportiva, culturale, scientifica e ogni prodotto che arrivi da Israele”.
Mentre prima un termine presente era stato un’utile spia, ora uno assente mostra la vera natura della manifestazione. Il termine è “politica”. Dopo “Invito a boicottare ogni iniziativa” ci sono le parole sportiva, culturale e scientifica, ma non politica, parola che avrebbe potuto suscitare una piccola e precisa comprensione per chi non la pensa come noi.
Dobbiamo forse intuire che l’evento di ieri non si è scagliato contro la politica israeliana, ma contro tutte le eccellenze di Israele in campo culturale e scientifico?
In un mondo che spesso mette da parte la culturale, come si può fare a meno della scienza?
Come se non bastasse non sono mancati neanche insulti contro il sindaco di Milano Sala, che alla vigilia della manifestazione aveva detto:
“Questa manifestazione è veramente da condannare l’idea che non si riconosca dopo tanto tempo lo Stato di Israele è qualcosa che non appartiene alla cultura di Milano”.