Flottiglia per Gaza: una messa in scena che serve solo a rinforzare il terrorismo palestinese. Ci sono molti tipi di assassini. Fra le altre possibili classificazioni, è bene distinguere fra coloro che uccidono sapendo di commettere un atto gravissimo e colpevole, ma lo fanno lo stesso per odio, interesse, rabbia, e coloro che invece pretendono di compiere un atto meritorio uccidendo degli esseri umani che magari non conoscono e che non hanno fatto loro alcun male. Di questa seconda categoria, più perversa perché si proclama innocente, anzi meritevole, fanno parte in genere gli antisemiti. Essi infatti uccidono gli ebrei in quanto “deicidi”, negatori della divinità di Gesù o della profezia di Maometto o della bontà del comunismo, oppure in quanto colpevoli di fantasmatici delitti come l’avvelenamento dei pozzi o l’impasto del pane azzimo con sangue cristiano. In tempi moderni, gli assassini di ebrei si sono giustificati, anzi vantati dei loro atti, attribuendo alle loro vittime un’inferiorità razziale, il dominio economico del mondo, l’usura, l’oppressione del popolo tedesco o di quello palestinese. In tutti questi casi, a fianco degli assassini non sono mancati sostenitori, tifosi, apologeti e propagandisti: colpevoli di concorso in quegli omicidi e ancor di più di averli provocati fornendo le ragioni ideologiche che servivano agli assassini per esaltare il loro crimine.
Dopo le stragi delle Crociate e dell’Inquisizione, quelle comandato da Maometto o da Stalin e dai loro seguaci, oggi l’omicidio degli ebrei è una specialità islamista, in particolare dei palestinesi. Che hanno anche loro la speciale giustificazione per ammazzare qualunque ebreo capiti loro sottomano, l’ ”occupazione”. Ammazzare bambini o padre di famiglia, far saltare autobus e centri commerciali, spedire missili sugli asili infantili e negli appartamenti di gente mai vista sarebbe “resistenza”. E dato che tentare continuamente di trucidare degli ebrei (e talvolta purtroppo riuscirci) è cosa buona e giusta, criminali sono quelli che si oppongono ai loro piani: l’esercito israeliano che difende in confini dai tentativi di invasione da Gaza, la barriera di sicurezza che ha reso più difficile l’ingresso in Israele degli attentatori provenienti dai villaggi arabi di Giudea e Samaria, la marina che blocca l’arrivo delle armi necessarie per questi omicidi.
Anche in questo caso ci sono gli esaltatori, i tifosi, gli apologeti, che spesso è gente “di sinistra” in Europa e negli Stati Uniti. Per esempio si sta svolgendo in queste ore l’ennesima vicenda di una “flottiglia” che viene via mare a Gaza, “per rompere il blocco” naturalmente ignobile e illegale che Israele imporrebbe alla Striscia. Che Israele sia disposto a far passare per i punti di transito qualunque rifornimento civile, e blocchi solo le armi o ciò che serve a costruirle, per gli assassini e i loro complici non conta nulla. Perché quel che rivendicano Hamas e Fatah e i loro sostenitori è proprio il diritto alla “resistenza”, cioè a uccidere gli ebrei. E quindi il punto delle flottiglie non è far passare medicine e cibo che comunque arrivano a Gaza dagli ingressi legali, ma proprio liberare la strada per le armi. Le quali sarebbero usate in maniera così terrorista che neppure l’Egitto, paese arabo per eccellenza, si presta a farle passare sul suo territorio.
Dunque la flottiglia, al di là degli scopi dichiarati, è un modo propagandistico molto efficace per concorrere nell’uccisione di ebrei solo in quanto tali. E chi aiuta le flottiglie è complice di complici dei tentativi di omicidio di massa di Hamas. Chissà se se ne sono resi conto i sindaci delle città italiane (Cagliari, Palermo, Napoli) che hanno accolto trionfalmente i conduttori delle barche dirette a Gaza. Dopotutto sono pubblici ufficiali e dovrebbero sapere che aiutare ad ammazzare a freddo degli esseri umani colpevoli solo di una certa appartenenza etnica non è una cosa né buona né legale, al di là della pretestuosa etichetta di “resistenza” che si cerca di appiccicare a questi omicidi. In particolare dovrebbe saperlo il sindaco di Napoli, che viene dall’ordine giudiziario. Qualcuno ha cercato di spiegare a questi sindaci che aiutando e onorando la flottiglia coinvolgevano le loro città nell’appoggio a un movimento terrorista come Hamas. Ma non ha ottenuto risposta. Vogliamo scommettere invece che protesteranno perché la Marina Israeliana bloccherà la flottiglia, mettendo in atto un blocco navale che l’Onu stesso ha dichiarato legale secondo le leggi di guerra?