Due belgi di origine iraniana sono stati arrestati in Belgio con l’accusa di voler compiere un attentato in Francia. Secondo gli inquirenti per pianificare l’operazione, l’uomo e la donna avrebbero avuto dei complici, ora in stato di fermo.
Sulla dinamica dell’arresto ancora non ci sono conferme. Fonti non ufficiali hanno fatto trapelare che la coppia è stata fermata dalla polizia a bordo di una Mercedes a a Woluwe-Sainte-Pierre (Brxuelles), al cui interno sono stati trovati: 500 chilogrammi di esplosivo rudimentale, sostanze chimiche e un detonatore nascosto in un trousse per il trucco.
Per gli investigatori l’obiettivo dei due iraniani era un raduno in Francia dei Mujaheddin Khalq, un’organizzazione oppositrice del regime Teheran, che in passato ha visto il sostegno di paesi avversari della Repubblica Islamica.
Le indagini successive hanno portato al fermo di altre persone in Francia (di cui due sono tornate libere) e di un diplomatico iraniano accreditato in Austria, sospettato di aver avuto contatti con i due iraniani arrestati.
Il primo ministro belga, Charles Michel, ha ringraziato la polizia per l’eccellente lavoro svolto e ha salutato con favore anche la fruttuosa collaborazione con gli 007 di diversi occidentali, fondamentale per la riuscita dell’intera operazione.
Parole di elogio per le forze dell’ordine sono state espresse anche dal ministro dell’Interno, Jan Jambon, che ha messo in evidenza la rapidità e l’efficienza dell’attività di intelligence.
Questa vicenda porta con sé una serie di domande.
Di quali appoggi hanno potuto usufruire i due iraniani?
Come hanno fatto a confezionare una quantità di esplosivo di tale portata?
Esplosivo che secondo le analisi svolte è noto come la “madre di Satana”, una miscela realizzabile acquisendo materiale reperibile sul mercato civile e usato sia dallo Stato Islamico che da gruppi di estrema destra.