Il terrorismo islamico passa per Napoli. Dopo lo stanziamento nel nord Italia e in Puglia, la mappa del terrore si estende anche nel capoluogo campano, dove è stato arrestato Sillah Housman, 34 anni, cittadino gambiano, autodefinitosi “soldato di Dio” che diceva di “sentire la voce di Allah”, pronto a colpire nel nostro paese e in Europa.
Secondo l’accusa, Sillah Housman era molto addestrato all’utilizzo di automobili come arieti, di coltelli e di armi esplosive e farebbe parte di un gruppo ben organizzato e violento radicalizzato in Libia e in Nord Africa, di cui faceva parte anche Alagie Touray, altro cittadino gambiano di 22 anni arrestato nei mesi scorsi.
Gli investigatori hanno spiegato che una volta arrivati in Europa i due gambiani:
“Dovessero partecipare a un attentato terroristico che prevedeva la partecipazione di molti uomini, ma non sappiamo dove, se in Francia, in Spagna oppure altrove”.
Questo arresto cambia il quadro delle indagini sul terrorismo, volte finora a individuare coloro che si erano radicalizzati in Italia. Ora, invece, gli inquirenti stanno analizzando i casi di radicalizzazioni nate in Africa, seguite da un addestramento in Libia, da cui poi si tentava di entrare nel nostro paese attraverso le rotte libiche dell’immigrazione.
Le ricerche, quindi, si sono spostate anche all’estero, in un contesto estremamente complicato per gli investigatori.
Il terrorismo islamico continua a essere un grande problema per l’Italia. Il fatto che finora non vi siano stati attentati sul nostro territorio non deve far abbassare la guardia, perché come è facile notare i presunti terroristi sono presenti in molte regioni italiane.
Chiudere gli occhi o non aprirli abbastanza sarebbe un errore imperdonabile per l’Italia e per i suoi cittadini.