La legge sulla Shoah ha fatto già scattare la prima denuncia. La discussa legge di Varsavia sull’Olocausto ha armato la Reduta Dobrego Imienia (RDI), la Lega Polacca Anti Diffamazione, vicina al governo, che si è scagliata contro un sito web argentino: Pagina 12.
Pagina 12 che il 18 dicembre scorso aveva pubblicato un articolo sul massacro di Jedwabne del luglio 1941, un villaggio in Polonia in cui vennero uccisi 380 ebrei con la partecipazione della popolazione locale, corredandolo con una foto del 1950 di alcuni soldati polacchi che non avevano preso parte al pogrom e si erano dati alla clandestinità per lottare contro il potere comunista del dopoguerra.
Facciamo un passo indietro.
Cosa prevede la legge polacca sulla Shoah? Una pena fino a tre anni di carcere per chi attribuisce “la responsabilità o la corresponsabilità della nazione o dello stato polacco per i crimini commessi dal terzo Reich tedesco”.
Quando è entrata in vigore? Il primo marzo scorso, anche se le autorità polacche aveva affermato che l’operatività delle legge sarebbe dovuta avvenire solo dopo la verifica della corte Costituzionale, come richiesto dal capo dello Stato dopo la firma del 6 febbraio scorso.
La pubblicazione della foto del giornale online Pagina 12 (forse avvenuta per errore) è stato il pretesto usato dalla Lega polacca per coprire le responsabilità del pogrom avvenuto a Jedwabne?
Questa legge vuole andare a fondo sulla corresponsabilità della Polonia durante la Shoah o vuole cancellare la storia?
Quale sarebbe la reazione di Varsavia se un capo di stato o di governo attribuisse responsabilità o corresponsabilità polacche durante i massacri avvenuti durante la Shoah?
Domanda che forse non avrà risposta. Domanda che però porta sempre alla medesima conclusione: non si può cancellare la Storia e non si possono cancellare i morti.