Ieri la Corte di Giustizia della Giudea, nel West Bank, ha emesso una sentenza che prevede tre ergastoli per il terrorista palestinese responsabile del rapimento e dell’uccisione dei tre studenti israeliani, Eyal Yifrach (19anni), Gilad Shaer e Naftali Frenkel (16 anni).
Hossam Kawasmeh, membro di Hamas, è stato giudicato colpevole per aver pianificato e portato a termine l’attentato terroristico. E’ il 12 giugno 2014, quando i tre adolescenti scendono in strada per tornare a casa dopo la scuola talmudica. Un incosciente autostop, normale in Israele dove la mentalità e la libertà sono completamente diverse da quelle italiane. Tre giovani ebrei, un bel piatto pronto, fin troppo facile per dei malviventi che si sentono eroi, con gli occhi bramanti sangue. Gli studenti vengono invitati a salire in auto, ma all’improvviso l’autista fa una brusca inversione di marcia e cambia percorso; uno dei ragazzi cerca di chiamare la polizia, che però non recepisce bene il messaggio. Subito dopo, ripetuti colpi di pistola spezzano le tre vite innocenti, ma soltanto 18 giorni dopo i genitori ritroveranno i corpi esanime dei figli.
Settantacinque anni di carcere e una somma di 250.000 shekel da pagare a ognuna delle famiglie colpite dall’assassinio, è la pena definitiva per Kawasmeh. ” L’imputato a ucciso a sangue freddo tre ragazzi che volevano tornare a casa. Le vite dei ragazzi sono state stroncate in un attimo e quelle dei loro genitori sono cambiate radicalmente, per sempre” – ha commentato il Ten. Col. Menahem Lieberman, il capo della giuria – “Il suo piano malvagio di avviare delle trattative è fallito. Il rapimento è stato come un terremoto che ha scosso la regione. L’obiettivo era strategico, per portare alla liberazione di prigionieri palestinesi, ma ha causato soltanto ingenti danni alla società”.