Un nuovo video choc sui massacri del 7 ottobre da parte dei terroristi arabo-palestinesi capeggiati da Hamas scrive l’ennesima pagina nera di quel maledetto sabato.

A diffonderlo è stato il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani che mostra il rapimento di cinque osservatrici militari della base di Nahal Oz, che secondo i media dello Stato ebraico sarebbero: Liri Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniella Gilboa e Naama Levy.

Dura tre minuti, ma è stato tagliato delle immagini più cruenti. I motivi sono ovvi. Il filmato ritrae le ragazze ammanettate e portate con la forza nella Striscia su un fuoristrada.

Gli sguardi sono stravolti e impauriti, una delle rapite dice: “Abbiamo amici a Gaza. Qualcuno parla inglese?”.

Prima, però, le parole al terrore dei macellari arabo-palestinesi: “Cani, vi schiacceremo tutti”, Siete belle sioniste” e “ragazze che possono restare incinte”.

Macellai che hanno ripreso tutto con le loro gopro. Perché tutto doveva essere filmato, perché tutto doveva essere usato come mezzo di propaganda all’interno dei palestinesi e al di fuori per mettere ulteriore pressione a Israele e a tutto il popolo ebraico. In linea teorica, ma la storia di ultimi mesi, dice il contrario, avrebbe dovuto sensibilizzare le opinioni pubbliche mondiali.

Lo choc, semmai c’è mai stato, è durato lo spazio di pochi giorni. Diversi personaggi hanno affermato di sospendere il giudizio su quanto accaduto il 7 ottobre, salvo poi ritrovare subito la parola per attaccare Israele una volta che Gerusalemme ha fatto scattare la reazione a Gaza.

A rendere tutto più agghiacciante, semmai fosse possibile, quanto sostenuto da Hamas, secondo cui il video sarebbe stato “manipolato” da Israele. Il gruppo terrorista arabo-palestinese si è affidato ad Al Jazeera, megafono della propaganda antisemita.

Lo ribadiamo per necessità. Il video è stato girato dagli stessi terroristi arabo-palestinesi. Hamas può negare quanto vuole, i propal di tutto il mondo anche.

Rimane il fatto che PURTROPPO è tutto vero. Il 7 ottobre avrebbe dovuto scuotere le coscienze di molti, che però hanno deciso, per vari motivi, di sposare la causa palestinese in chiave antisraeliana.