La polemica annuale in merito al 25 aprile tra Comunità Ebraica di Roma e Anpi ha allargato il suo raggio d’azione. Nelle edizioni precedenti era stata la presenza dei propal a far aumentare le distanze fra le parti in causa, quest’anno è la guerra tra Russia e Ucraina.
A dire il vero i dissapori targati 2022 erano cominciati a inizio mese, quando l’Ufficio stampa dell’Anpi aveva scritto:
“L’ANPI condanna fermamente il massacro di Bucha, in attesa di una commissione d’inchiesta internazionale guidata dall’ONU e formata da rappresentanti di Paesi neutrali, per appurare cosa davvero è avvenuto, perché è avvenuto, chi sono i responsabili. Questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e al furore bellicistico che cresce ogni giorno di più”.
Pronta la risposta della presidentessa della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, che nell’occasione aveva commentato:
“È ormai una consuetudine quella dell’Anpi di confondere aggressori e aggrediti. Segue nel tempo la difesa dei gruppi propal che il 25 aprile insultavano e aggredivano Piero Terracina. Credo serva una riflessione su come preservare la memoria dell’antifascismo in maniera diversa”.
Adesso è stato il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, a gettare benzina sul fuoco, sostenendo l’inopportunità della presenza delle bandiere della Nato nel corteo della Liberazione:
“Sono inappropriate, in questa circostanza dovremmo parlare di pace e non mi pare che la Nato sia un’associazione pacifista”.
Non si è fatta attendere la risposta di Ruth Dureghello, che ha bollato come “noiosa” l’ennesima polemica nata dall’Anpi riguardo il 25 aprile:
“Noi pensiamo che sia fondamentale preservare la storia della Resistenza e i valori fondamentali delle donne e degli uomini che hanno combattuto per liberare l’Italia dal nazifascismo. Oggi abbiamo un problema però, perché l’associazione che avrebbe dovuto tutelare la memoria dei partigiani italiani è nelle mani di chi ne rivendica un’eredità che non gli appartiene. È un problema dell’Italia però, non solo della Comunità ebraica di Roma. È evidente che in mancanza dei partigiani che ormai hanno un’età avanzata o non ci sono più, nessuno abbia diritto a parlare a nome loro”.
E ancora:
“Le questioni sul tavolo sono sempre le stesse: no a vessilli di chi era alleato con i nazisti. È curioso che nella conferenza stampa dell’Anpi si sia detto no alle bandiere Nato e sì a quelle palestinesi. Vuol dire che esiste un tema non solo d’incoerenza, ma anche di strumentalità politica. Se il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo vuole mandare un segnale dica no a quelle bandiere e faccia porre delle scuse al presidente dell’Anpi Roma che in una manifestazione chiese la liberazione dei terroristi palestinesi che avevano ucciso civili israeliani. Non si può essere per la pace a giorni alterni e sul terrorismo non possono esserci ambiguità”.
Il nostro commento finale è tutto riassunto nell’ultima frase del massimo esponente politico della Comunità Ebraica di Roma:
“Non si può essere per la pace a giorni alterni e sul terrorismo non possono esserci ambiguità”.