Il terrorista di Hebron che ieri ha investito 14 israeliani a una fermata dell’autobus a Gerusalemme era un membro di Hamas. Lo ha fatto sapere l’organizzazione terroristica palestinese attraverso alcuni volantini. Abed el-Muhsen Hassuna, questo il nome dell’attentatore, era in possesso di una carta d’identità israeliana che gli ha permesso di arrivare con la sua auto a Gerusalemme dove ha condotto l’attacco ferendo fra gli altri un bambino di soli 18 mesi. Il terrorista era in possesso di un’ascia ma le forze di sicurezza presenti sul luogo lo hanno colpito a morte prima che potesse usarla contro i civili.
Per cercare di prevenire questo tipo di attacchi terroristici il governo israeliano ha ordinato l’installazione di blocchi di cemento per centinaia di fermate dei trasporti pubblici a Gerusalemme. La decisione è stata presa in accordo fra il sindaco Barkat, il Ministro dei Trasporti Katz, il Ministro della Pubblica Sicurezza Erdan e il Premier Netanyahu. L’iniziativa costerà alla città una cifra vicina ai 2 milioni di shekel (circa 500 mila euro).
Il leader di Hamas Khaled Mashaal ha lodato gli attentati terroristici contro obiettivi israeliani ed ha affermato che il processo di pace è “inutile” perché “la Jihad, il sacrificio e il sangue sono l’unica via”. Mashaal era pochi giorni fa in visita a Kuala Lumpur in Malaysia insieme a una delegazione di funzionari di Hamas per incontrare alcuni politici malesi. Secondo il gruppo statunitense MEMRI il leader dell’organizzazione terroristica al potere a Gaza ha affermato in un discorso pubblico che “i diritti dei palestinesi non verranno ripristinati dal Consiglio di Sicurezza ONU. 2 mila missili “verbali” non equivalgono a uno fatto di ferro, i giovani della West Bank hanno compreso questo messaggio”. Il leader esiliato in Qatar ha proseguito nel suo discorso esaltando chiunque faccia “il suo dovere” accettando il martirio e ha definito i terroristi “le nostre persone più nobili”.
Più di 20 israeliani sono morti a causa dell’ondata di terrorismo che sta colpendo il paese da Settembre. Il governo israeliano ha più volte lamentato il fatto che i funzionari palestinesi invece di sedare gli animi stanno incitando la popolazione a proseguire con gli attacchi. Lunedì scorso il Palestinian Center for Policy and Survey Research ha pubblicato i risultati di un recente sondaggio, condotto nella West Bank e a Gaza, che indicano che due terzi della popolazione palestinese supporta gli accoltellamenti di israeliani. Inoltre la maggioranza dei rispondenti ha affermato che appoggerebbe una grande rivolta armata. Circa il 65% dei palestinesi vorrebbe che Mahmoud Abbas, il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, rimettesse il suo mandato. Nel caso in cui questa eventualità si realizzasse i sondaggi indicano che le elezioni presidenziali verrebbero vinte dagli islamisti di Hamas.