Il Palais Coburg, l’hotel di lusso a Vienna, dove l’Occidente ha firmato l’accordo sulla questione nucleare iraniana, si trova in una particolare piazza. Prende il nome da Theodor Herzl, il fondatore del sionismo. La storia ha un senso più sviluppato dell’ironia dei leader occidentali che hanno appena capitolato ai piedi di Teheran. Perché un Iran nuclearizzato significherebbe la fine del sionismo.
Non sappiamo se l’Iran effettivamente assemblerà la bomba atomica islamica. Non sappiamo se Israele userà il suo potere militare per fermarlo. Ma sappiamo con certezza che il mondo ha appena abbandonato lo Stato di Israele e il popolo ebraico.
Gli Stati Uniti lo hanno abbandonato. Gli Stati Uniti, che non salvarono gli ebrei durante l’Olocausto e che non hanno aiutato gli ebrei a difendersi durante la guerra del 1948 per la sopravvivenza e l’indipendenza, quando sono stati attaccati da cinque eserciti arabi. Barack Obama ha mostrato il suo vero volto preferendo l’Islam a Israele e alla civiltà occidentale.
Il Regno Unito lo ha abbandonato. Il Regno Unito, che formulò il “Libro bianco” durante la seconda guerra mondiale per evitare che gli ebrei raggiungessero Tel Aviv salvandosi dalle camere a gas.
L’Unione europea lo ha abbandonato. La stessa Europa nel cui suolo Hitler ha pianificato lo sterminio di un terzo della comunità ebraica del mondo.
La coscienza occidentale lo ha abbandonato. Nei loro cuori pensano che Israele è un peso …
Lo Stato di Israele, questa straordinaria enclave occidentale conficcata nella umma islamica, 900 chilometri di frontiere senza protezione naturale, ha sempre avuto bisogno della solidarietà internazionale. Non può esistere, se non come Masada, senza l’affetto della società civile occidentale.
Ora noi non vediamo né sentiamo sui giornali e in televisione molte voci in favore di Israele, empatia per le sue ansie e la comprensione per le sue ragioni. Pochissimi stanno apertamente dicendo che Israele ha il diritto di esistere e di difendersi e che la minaccia iraniana di cancellarlo dalla famiglia delle nazioni non è uno scherzo da accogliere con indulgenza o indifferenza.
Questa è sempre stata la bellezza della testimonianza in favore del diritto di Israele a esistere, che non può essere caratterizzato da strumentalità o da spirito di partigianeria e da vantaggio politico.
Oggi sembra che per molti giornalisti, letterati e politici occidentali, commentatori sui giornali e in televisione, sia molto più comodo rimanere in perfetta sintonia con le emozioni e la motivazione della opinione pubblica internazionale, che gongola di soddisfazione di fronte a questo orribile accordo.
Europa e America hanno firmato questo accordo per seguire i loro interessi economici più cinici. Pensano persino che il Medio Oriente sarebbe molto più pacifico senza uno stato ebraico. Senza questo stato ebraico che non è disposto a capitolare. A suicidarsi.
Gli iraniani e il mondo islamico faranno tutto quello che è in loro potere per distruggere lo Stato ebraico, e dopo Vienna sanno che molte nazioni non verseranno una sola lacrima se Israele scomparisse.