Lo avevamo già detto qualche giorno fa purtroppo, l’arma delle macchine a tutta velocità sui civili israeliane sta funzionando. Quel che sta avvenendo oggi sui social media ha dell’incredibile quanto sconcertante. Sulla scia della serie di attentati terroristici avvenuti nell’ultimo periodo nei quali i pedoni israeliani sono stati falciati dai terroristi palestinesi, sui social media sono stati identificati più di 90 pagine di Facebook che esaltano gli attacchi e sollecitano nuove violenze contro i civili israeliani.
Secondo la Anti-Defamation League a questa nuova campagna d’odio sui social media, che utilizza il termine arabo “Daes” (Run-over), è un gioco sulla parola “Daesh” (ISIS) e loda gli attacchi come una forma di resistenza. Alcuni dei messaggi su queste pagine descrivono i “martiri” come parte di una nuova rivoluzione, una forma di “auto Intifada.” Molte delle pagine inoltre consentono agli utenti di dare sfogo a espressioni di violenza in chiave anti ebraica.
“Questa campagna è l’ultimo esempio di come i social media vengono utilizzati per promuovere e glorificare il terrorismo e l’antisemitismo”, ha detto Abraham H. Foxman, ADL Direttore Nazionale. “Le piattaforme dei social media non sono stati creati per diffondere l’antisemitismo e il terrorismo per le masse.”
A questo macabro fenomeno si aggiunge anche la canzone “Car Intifada” lanciata dal tandem pop palestinese Anas Garadat e Abu Khayad che recita «Investi un bimbo di 2 mesi, investi i coloni, trasforma la strada in una trappola, per Al Aqsa, investili, investili». Postata in questi giorni su Facebook ha raccolto un grande successo che riassume e descrive le caratteristiche dei recenti attacchi anti-israeliani compiuti con trattori, auto e pulmini a Gerusalemme. Basta pensare al fatto che la loro pagina Facebook «MoslimMan.Rok» da venerdì a oggi ha registrato oltre 350.000 visualizzazioni.
Quali sono quindi le contromisure che Israele può prendere per fermare questa brutale scia di attentati?