C’è un tentativo odioso messo in pratica da una certa stampa oggi: quello di tirare in ballo in ogni vicenda che riguarda l’Islam, anche gli ebrei. L’assurdità è che non si tratta solo di una asimmetria numerica – in Italia ci sono un milione e mezzo di musulmani, mentre gli ebrei sono 30mila – ma è proprio sciocco il pretesto con il quale si tenta di ridurre ogni vicenda che riguardi l’Islam in una rissa tra arabi ed ebrei.
Questo sminuisce la tradizione di operosità e lealtà alla storia dei paesi occidentali dei singoli concittadini ebrei e costituisce una scorciatoia per i musulmani che dovrebbero usare altri mezzi per rivendicare certi diritti. Associare gli ebrei agli imam che proibiscono la diffusione del cartone animato Peppa Pig, o descriverli come dei guerrafondai che antepongono la religione ai valori laici della società in cui viviamo è un’operazione senza senso.
Non c’è corrispondenza tra le nuove ondate migratorie di musulmani e gli ebrei italiani che pur massacrati nei secoli sono stati e sono fieri italiani, ambasciatori della cultura italiana nel mondo, con gli stessi limiti, passioni, ambizioni, sogni e dubbi sul nostro paese come tutto il resto della nazione. Nonostante fossero vittime delle accuse di impastare il pane azzimo col sangue dei bambini cristiani e chiusi a chiave dietro muri di pietra per secoli, gli ebrei non hanno mai protestato contro la costruzione di una chiesa, non hanno mai preteso si togliessero i crocifissi nei tribunali o invocato l’eliminazione del maiale dalle mense scolastiche. Hanno sempre servito lo Stato con dignità e partecipazione senza chiedere sconti o trattamenti privilegiati. Ma il fondo viene raggiunto quando i musulmani di oggi vengono associati agli ebrei discriminati il secolo scorso da fascisti e nazisti. E qui siamo alla follia. L’altra sera l’abbiamo sentito a Porta a Porta per voce di Davide Piccardo, esponente della comunità islamica milanese. Come può essere possibile accostare i musulmani, che godono comunque del diritto e delle libertà loro concesse da una società moderna, agli ebrei ai quali – per legge – furono applicate le infami leggi razziali del ’38 che li spogliarono di lavoro, beni materiali e dignità? Come è possibile trovare corrispondenza tra il diritto mancato di una moschea per immigrati spesso irregolari e le migliaia di cittadini italiani da due mila anni, che avevano combattuto nella grande guerra, che avevano costruito intere discipline fondanti della cultura europea mandati a morire come vacche al macello nei forni crematori di Auschwitz?
I musulmani di oggi fuggono da decine di paesi dove l’Islam è religione prevalente, ma dove sono senza prospettive, perseguitati, alla ricerca di nuove opportunità. Non godono di simpatie perché tra le loro file si annidano pericolosi estremisti – dai quali la loro parte sana non riesce a prendere le distanze in modo netto ed inequivocabile. Estremisti che nel migliore dei casi vomitano odio contro l’occidente, se non arrivano addirittura ad essere compiacenti con il terrorismo come quello di Parigi e che comunque certo non rischiano la vita. Agli ebrei di allora – cittadini europei più degli europei stessi – , venne negato ogni diritto, compresa la possibilità di abbandonarla l’Europa, perché non voluti, e fuggire verso l’unica terra, la Palestina ebraica, che li poteva accogliere. Se di corrispondenze tra oggi ed il ’38 vogliamo parlare, dovremmo farlo bene: è piuttosto nota la vicinanza degli arabi Palestinesi e il legame del Gran Muftì di Gerusalemme con il nazismo e il fuhrer tedesco, mentre è indubbio da quale parte fossero gli ebrei dell’epoca, che attraverso la Brigata Ebraica fecero la loro parte anche per liberare l’Europa dal nazifascismo.
I musulmani italiani stanno lottando per il riconoscimento dei loro diritti, della libertà di culto e di avere spazi riconosciuti per pregare: una battaglia giusta, che gli ebrei dovrebbero appoggiare, ma che per essere legittimata non deve passare per accostamenti improponibili con l’ebraismo. Gli ebrei non dovrebbero essere tirati in ballo in queste discussioni. La storia insegna che addirittura più di quanto hanno fatto i cattolici, gli ebrei italiani sono stati dalla parte dei padri risorgimentali, dimostrando un attaccamento alla nostra Patria fuori del comune. I loro diritti quindi se li sono conquistati senza strategie mediatiche, anzi versando un contributo di sangue piuttosto importante per questa nazione. Per questo sarebbe auspicabile astenersi dal fare associazioni tra Islam ed ebraismo che in questo caso non giovano a nessuno.