100 anni dalla Dichiarazione Balfour. Era il 2 novembre 1917 quando il governo di Londra espresse parere favorevole a quello che poi nel 1948 sarebbe diventato lo Stato d’Israele. 100 anni dopo, anziché celebrare il paese, l’odio verso gli ebrei porta a disertare la cerimonia organizzata a Londra dall’associazione “Amici d’Israele”, in cui saranno presenti il premier britannico Theresa May e quello israeliano Benyamin Netanyahu (oltre a 150 vip).
È il caso di Jeremy Corbyn, leader laburista britannico, noto per la sua ostilità a Israele e a tutto ciò che ruota attorno al mondo ebraico. Già in passato Corbyn è stato criticato per questo atteggiamento anti-ebraico, soprattutto dopo l’esplicito attacco rivolto alla Dichiarazione Balfour, etichettata come un testo “confuso”, che secondo il leader Labour non vide l’approvazione dello stesso governo britannico dell’epoca e neppure dai principali rappresentanti della comunità ebraica.
Un stato che, di fatto, Jeremy Corbyn non riconosce, dando così sostegno (involontario?) alla volontà dell’Autorità nazionale palestinese di puntare il dito contro la Gran Bretagna, che ha due scelte secondo il partito di Abu Mazen: scusarsi per la Dichiarazione Balfour o finire in Tribunale.
L’assenza di Corbyn alla cerimonia del 2 novembre prossimo ha portato Hamas a scrivere su Twitter:
“Corbyn ha detto no alla cena che celebra il centenario di Balfour nel Regno Unito. Il Regno Unito dovrebbe chiedere scusa e risarcire i palestinesi”.
In un colpo solo Corbyn ha teso la mano a chi sostiene il terrorismo quando si rivolge al proprio popolo in arabo e mostra il lato conciliante quando in inglese parla al mondo e a un gruppo terroristico ritenuto tale dall’Unione Europa, di cui l’Inghilterra fa parte.